In occasione della mostra “Francesco nell’arte. Da Cimabue a Caravaggio” presentiamo una delle opere più importanti della Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno dove, nella Sala della Vittoria, sarà allestita la mostra sul poverello di Assisi. Forse non tutti sanno che la Pinacoteca di Ascoli Piceno, una delle più importanti delle Marche, ospita nelle sue collezioni il “S. Francesco che riceve le stimmate” di Tiziano Vecellio..proprio lui..il famoso Tiziano!!

S. Francesco riceve le stimmate, Tiziano.

S. Francesco riceve le stimmate, Tiziano.

L’opera rientra nel percorso espositivo della mostra, in quanto l’artista veneziano ha rappresentato uno dei momenti più important della vita di S. Francesco, ovvero quando sul Monte della Verna riceve le stimmate..nessun santo prima di lui era stato stigmatizzato e possiamo immaginare la perplessità della Chiesa nel riconoscere un tale miracolo.. papa Gregorio IX impiegò 10 anni per convincersi di un tale prodigio!

Il dipinto si trovava nella cappella privata di Desiderio Guidoni, nella Chiesa di S. Francesco ad Ascoli Piceno. Guidoni era membro di una nobile famiglia ed entrò a far parte delle gerarchie ecclesiastiche: nell’opera di Tiziano viene rappresentato al di fuori dello spazio sacro dove Tiziano dipinge il miracolo delle stimmate. Nello spazio “sacro” troviamo S.Francesco, il Redentore e frate Leone testimone del prodigio avvenuto sul monte della Verna, tanto che ci ha lasciato la testimonianza dell’evento in una pergamena, oggi conservata ad Assisi.

S. Francesco riceve le stimmate, Giotto (basilica di Assisi)

S. Francesco riceve le stimmate, Giotto (basilica di Assisi)

Francesco riceve le stimmate attraverso dei raggi che, dal corpo di Cristo (in corrispondenza delle piaghe della crocifissione), si dirigono sul corpo di Francesco. Questa rappresentazione è oramai nota a tutti ma ad “inventarla” è stato il grande Giotto che così, per la prima volta, rappresenta questo miracolo nella basilica di Assisi, attraverso la lettura di alcune biografie di S.Francesco che riportano l’evento delle stimmate (la Leggenda major di S. Bonaventura). I raggi che collegano il Redentore a Francesco hanno la funzione di presentare il poverello di Assisi come colui che fa esperienza, nella carne, delle sofferenze di Cristo, come “l’altro Cristo” (alter Christus, come spesso viene definito S. Francesco) e fu il papa Niccolò IV a voler comunicare questo messaggio negli affreschi di Assisi. Perché? Venitelo a scoprire visitando la mostra..